L'uomo che sconfisse Hitler by Jesse Owens

L'uomo che sconfisse Hitler by Jesse Owens

autore:Jesse Owens [Owens, Jesse]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893710954
editore: Piano B
pubblicato: 2021-11-02T23:00:00+00:00


Di lì a pochi giorni, il proverbio di mia madre si avverò di nuovo. Proprio mentre stavo per tornare al mio lavoro, a scuola, un altro paio di imprenditori vennero a trovarmi, e grazie a Dio non erano venuti a chiedermi di gareggiare contro dei cavalli. Non volevano sfruttare il mio corpo, ma la mia testa, o almeno così mi dissero. Avevano un’idea per una catena di lavanderie: The Jesse Owens Dry Cleaners.

Afferrai al volo quest’occasione, come se fosse stato il testimone in una staffetta quasi fuori dalla zona di passaggio. E questa volta mi sembrò di essere di nuovo in cima. Avevo vissuto tutta la mia vita tra due estremi – troppo in alto o troppo in basso, mai a metà – e ogni volta che qualcosa sembrava andare bene, per me era naturale pensare a un trionfo, come all’Olimpiade del 1936.

Innanzitutto arrivarono i soldi. Quei due mi pagavano regolare, e molto bene. Riuscii a pagare l’intero mutuo della casa dei miei, e di quello non mi sarei più dovuto preoccupare.

Poi con Ruth e le bambine ci trasferimmo in una casa tutta nostra. Sembrava filare tutto liscio come l’olio. Da una lavanderia ne nacquero due, poi sei, poi una dozzina, sembrava non ci dovesse essere una fine. Avevo sempre amato viaggiare, fin dal mio primo viaggio da Oakville verso Cleveland, e pensavo che sarebbe stato fantastico, per me e per Ruth, viaggiare di città in città per andare a vedere le nuove lavanderie di Jesse Owens.

C’era solo una cosa che non mi piaceva: non stavo usando la testa per mandare avanti i negozi, in realtà ci stavo solo mettendo il mio nome sopra. Continuavo a chiedere un incarico di maggiore responsabilità, ma poiché non conoscevo il mestiere mi davano lavoretti che qualsiasi commesso avrebbe potuto fare.

Una mattina a colazione Ruth e io ne parlammo sul serio. «Stiamo guadagnando bene Jesse, ma in realtà non stai facendo un granché della tua vita», mi disse. «Devi parlarci e chiedere di diventare un loro compagno di squadra, un loro socio a tutti gli effetti, oppure devi farti liquidare.» Aveva ragione, ci stavo pensando anch’io da settimane.

Chiamai prima l’uno e poi l’altro, ma nessuno mi rispose. Così andai alla nostra prima lavanderia – lì qualcuno doveva pur sapere qualcosa. Vi trovai solo un personale ridotto all’osso.

«Qualcuno sa dove posso trovare Nat? O Jack?» Ma erano solo commessi, e nessuno di loro poteva sapere dove fossero i capi.

«Come mai non c’è nessun altro qui con voi?» chiesi.

Di nuovo, nessuno sapeva nulla. Sapevano solo che gli era stato chiesto di continuare il turno anche se gli altri commessi non si fossero fatti vivi. Uscii e provai a richiamare Nat e Jack. Niente. Guidai per diverse miglia fino alla successiva lavanderia: ancora personale ridotto. E ancora nessuna informazione. Nella città successiva non c’era alcuna traccia nemmeno del personale. C’era solo un cartello sulla porta: Temporaneamente chiuso. Tornai in fretta a Cleveland con la paura che mi trafiggeva lo stomaco. Era la stessa paura di mio padre, quando ogni inverno il signor Clannon contava i soldi per calcolare la sua parte.



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